domenica 21 ottobre 2012

MOONDOG - "MOONDOG/MORE MOONDOG/THE STORY OF MOONDOG" 1956-1957





Il minimalismo non parte di certo da Moondog ma ha trovato in lui uno dei più interessanti compagni di viaggio. A tal proposito è' interessante notare i nomi che hanno accompagnato la carriera artistica di questo leggendario compositore e teorico, da Philip Glass a Steve Reich fino ad Arturo Toscanini, Charlie Parker e molti altri.

Louis Thomas Hardin entra in contatto con la tribù degli Araphao da bambino grazie al padre missionario e da loro fu reso partecipe della musica rituale; l'esperienza con i nativi americani lo seguirà in quasi tutti i suoi lavori, segnandone profondamente lo stile. Più tardi frequenta il conservatorio, sia prima sia dopo l'incidente che lo priva della vista, può dunque conseguire durante tutta l'adolescenza una conoscenza enciclopedica della musica classica alla quale accosta le tecniche del Jazz, conosciuto in seguito del trasloco a New York. Proprio nella Grande Mela conduce per molti anni la vita dell'artista di strada (Non fu tuttavia un homeless come molti credono). Rilevantissimo è l'incontro di Hardin con la mitologia norrena: avvenuto per semplice curiosità intellettuale, proseguito per scherzo (Stanco di sentirsi paragonato a Cristo cominciò a vestirsi in una sorta di rappresentazione di Odino), ben presto si rivela nella sua opera inondandola di una carica pagana che sfocia in un profondo amore per la cultura Europea, in particolare per la Germania, in cui passerà tutto il resto della sua vita.
Di tutte queste esperienze Moondog fece una cosa sola, accostandovi una discreta preparazione filosofica che lo portò al rifiuto dei ritmi convenzionali che sostituì con un suo personale "snaketime", uno stile assolutamente non ordinario nei tempi, simile a ciò che Django Reinhardt aveva già sperimentato e ancor di più a quello che si sarebbe dovuto ancora vedere nel free-jazz a venire.

Il risultato è una musica terribilmente complessa suonata da pochi, semplici strumenti, spesso fatti a mano o commissionati ad artigiani, ancor più spesso progettati da Moondog stesso.

La compilation qui proposta comprende alcuni dei primi lavori, intrisi della personalità eclettica di Hardin, della sua penetrante poetica. Pochissimi mezzi a disposizione sfruttati al massimo delle loro possibilità producono un'opera urbana struggente, profonda e rivoluzionaria.
Consiglio vivamente anche il successivo "Moondog" del 1969, molto più facile da reperire in rete di questa raccolta: trattasi di una vera e propria opera sinfonica di ampio respiro, eppure sconvolgentemente minimale.

A detta dello stesso Hardin, Bach fu un pioniere del minimalismo.

Moondog -"Moondog/More Moondog/The Story Of Moondog" 1956-1957 (TORRENT)


 "An armored knight fell off a ship and sank into the blue.
He looked a lobster in the eye and said, "you're armored, to?"




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