domenica 14 ottobre 2012

REDSHAPE - "SQUARE" " 2012




Le innumerevoli pubblicazioni del ramo della musica comunemente definita "elettronica" sono rappresentate in gran parte da 12" assolutamente anonimi nel packaging, contrassegnati solo da "nome artista"/"n°, titolo traccia". Nonostante queste caratteristiche siano ritenute eclettiche nell'epoca dell'immagine quale unità principale dell' informazione gli utenti di musica elettronica amano ascoltare tali brani, sebbene composti da musicisti mai visti, molto spesso anonimi e non rintracciabili via internet. 

Redshape è un sound-artist  berlinese, asceso allo stato di nuovo guru del ramo più minimalista e profondo della techno music a seguito dell'album "The Dance Paradox" (Dance music you won't dance). La maschera che indossa ad ogni occasione pubblica  manifesta un dato di fatto della musica prodotta attraverso macchine: "non siamo nessuno, non abbiamo voce; veniamo dal buio e torneremo ad esso prima o poi, eppure il nostro nome è sulle vostre labbra". Il rosso è invece una presenza costante che fa sempre da sfondo alle esibizioni del berlinese; un colore profondo, irrazionale e spesso pericoloso sul quale Redshape innalza beats che si inseguono inquieti, spesso in maniera del tutto priva di conseguenze.

"Square" è una figura piana molto semplice eppure è un luogo di ritrovo che può essere variabilmente frequentato da molti, da pochi o da nessuno; in algebra lo "square" di un numero è la moltiplicazione di quest'ultimo per se stesso. Tutte e tre le definizioni della parola descrivono appieno l'album.
C'è minimalismo intenso,  ideazione e definizione di spazi che vibrano come ecosistemi in miniatura in un universo che misura una lunghezza di Planck. L'album è caratterizzato da un sound-desingning clinico che consente di ascoltare le tracce numerose volte di fila, sia nel loro insieme, sia individualmente, senza che l'esperienza si consumi con il tempo; effetto questo ottenuto attraverso un automatismo alienante, simile al rumore di fondo che ci accompagna quotidianamente, dalle lancette degli orologi al rumore ovattato del traffico. Redshape ci rimanda ad una dimensione talmente intimista nelle suggestioni da diventare personale, quasi privata e ci sussurra dodici segreti irrilevanti.

Elettroni che danzano ad un ritmo acosmico eppure logico.

  Redshape - "Square" 2012



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