domenica 25 novembre 2012

ATRAX MORGUE/MORDER MACHINE "DEATHSHOW" 1998



Come già visto nella precedente versione della Domus Marco Corbelli (aka Atrax Morgue) è un convitato di pietra alla tavolata della noise music.
L'enorme merito del giovane anti-artista è stato affrancare l'arte da se stessa, risultando a conti fatti l'unico ad aver liberato la macchina dalla scomoda presenza dell'umano; l'apatia del prodotto finale risulta essere simmetrica rispetto all'emozionalità della lavorazione. La differenza con progetti precedenti come MB o Whitehouse è la presenza di un manifesto non scritto ma testimoniato da interviste e performances devastanti, capaci di veicolare quasi alla perfezione un messaggio nichilista, fatto di volontà di potenza rivolta al nulla e pateticamente rigirata verso se stessi e la propria interiorità; un urlo che dichiara il fallimento della pratica laddove la teoria Nitzcheana appare illuminante e ispiratrice.
un messaggio, come già detto, veicolato "quasi" alla perfezione, giacchè il baratro nel quale Atrax Morgue/Morder Machine/Kranivm ci getta è aconcettualizzabile, impossibile da comunicare, tormenta l'artista fino a condurlo alla follia e all'auto-annientamento (Vedi Corbelli, sic Nietzche).
 
Con pochi mezzi (un synth analogico, un microfono, pedale multieffetto, mangianastri) e tanta cattiva volontà M.C. ha travolto i giganti della musica sperimentale italiana, sussurrando sinistramente alle orecchie e ai cuori di coloro i quali vollero percepire questa assenza. Attenzione tuttavia a etichettare frettolosamente Atrax Morgue come un progetto misantropico (sebbene il tema dell'odio sia sempre centrale): il punto è proprio che nella dimensione di Corbelli l'odio è antitesi dell'amore e quest'ultimo è tutt'uno con la morte, la quale a sua volta è frutto dell'odio e dell'amore indistintamente (In un'ottica tesi/antitesi/sintesi); e così via ad nauseam, rendendo impossibile distinguere gesti di rabbia inconsulta da azioni dettate dalla noia o dall'ispirazione. A tutto ciò si va a sommare la già nominata apatia dei "componimenti" , caldamente desiderata dal performer,  riassumibile nel titolo "what's a human?", domanda che viene profferita con spirito alieno al mondo, alla società, alla moralità.
Come ebbe a dire Adorno in un momento di perdita totale della speranza "Scrivere una poesia dopo Auschwitz è un atto di barbarie"; in quest'epoca "medioevale" invasa da zombie-concettuali tanto vale commettere direttamente un atto di barbarie.

Anzi! Un delitto.

 Atrax Morgue/Morder Machine - "Deathshow" 1998

           
                   Francis Bacon - "Study For The Human Body"



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